La scuola italiana, questa disgraziata

Becca e bastonata, si potrebbe dire. La scuola italiana, al di là di singole realtà che ancora si reggono in piedi – in buona parte grazie a un cospicuo autofinanziamento – sta collassando. Quella che era considerata tra le migliori scuole a livello europeo (forse la migliore, ancora fino a 20 anni fa) è sprofondata in un abisso di cui, ancora e sfortunatamente, non si vede il fondo. Perché è vero che non c’è limite al peggio!

La scuola italiana ha fatto le spese di una serie di circostanze: prima fra tutti la situazione politica e una serie di governi che non ha privilegiato (forse perché i ragazzi dai 6 ai 18 anni non votano, quindi non sono interessanti!) la scuola e l’istruzione. Queste dovevano essere considerate il mattone fondamentale per la formazione e la crescita di una generazione che sia non solo culturalmente alla pari con l’Europa, ma anche politicamente sveglia e attiva.

Evidentemente ai governi degli ultimi 20 anni non interessava far crescere i nostri figli, ma ridurli in uno stato di torpore semiassiderato e autocompiacente, del tutto incapaci di assimilare e comprendere la situazione italiana e anche di capire le sfide che il mondo di domani porrà loro davanti.

Al momento la scuola italiana vede ridursi sempre più il numero dei docenti di ruolo, il numero dei supplenti, l’importo dei finanziamenti (perché, ci sono ancora???), il numero delle ore (perché non ci sono soldi per pagare i docenti, che comunque non ci sarebbero). In poche parole, l’offerta formativa della scuola italiana, se ancora esiste, si tiene in piedi perché fortunatamente ci sono ancora insegnanti che prendono a cuore la loro missione.

Ma per quanto durerà, anche questo? Perché tra poco inizieranno ad arrivare i docenti formati dalle “nuove” scelte (intendiamo degli ultimi 20 anni) politiche e culturali, e allora ci sarà da ridere! Perché probabilmente, se tanto ci dà tanto, troveremo i nostri figli “cresciuti” da persone per cui insegnare è solo un modo per guadagnare qualcosa facendo poco e male. Fortunatamente non saranno tutti così: ma un figlio nostro che, per esempio, si trova un insegnante di italiano che se ne frega… Come uscirà dalla scuola? E cosà farà, poi, della sua vita?