Energie alternative a scuola

Mi chiedo perché nelle scuole non si insegni, subito, ai ragazzi l’importanza delle energie alternative. Si fa tanto parlare della raccolta differenziata, del riscaldamento globale, della necessità di non ricorrere più ai combustibili fossili, ma ci fosse qualcuno che si prende il disturbo di spiegare come funzionano le energie alternative e in che modo possono essere utilizzate!

I ragazzi di oggi saranno tra poco gli adulti di domani, e aver già instillato nei loro cervelli il fatto che le energie alternative sono assolutamente necessarie farà sì che, quasi senza accorgersene, quando metteranno su casa o famiglia penseranno subito a come fare l’impianto di riscaldamento usando i pannelli solari, oppure si metteranno d’accordo con i vicini per installare due belle pale eoliche. Se non iniziamo ora non ci arriveremo MAI!!! E poi, non occorre che l’energia eolica sia per forza fatta con le pale alte 30 metri, si può anche installare qualcosa di più piccolo e meno invasivo, no? Ora ci sono modelli per tutti i gusti!

Ma quello su cui volevo insistere è il bisogno di far capire fin da piccoli. Se ai nostri figli questa cosa entra in testa, chissà che non ce ne sia uno che scopre un modo migliore di usare l’energia solare, senza bisogno di fare quelle distese di pannelli che coprono ettari ed ettari di terreno. Chissà che qualcuno di questi che ora sono ragazzi non trovi la maniera di applicare più efficacemente l’energia delle pale eoliche, rendendo indipendente dal punto di vista energetico ogni singola abitazione. Non che l’Enel ci ringrazierà, forse come dice qualcuno arriveremo al punto di vendere all’Enel l’energia prodotta da noi…

Signori professori, ministro della cultura, potete fare qualcosa a questo proposito? Potete inserire un programma apposito “Energie Alternative” nel programma ministeriale di scienze? Qualche piccolo genio potrebbe essere lì che ci aspetta, che aspetta solo di ricevere da noi l’input giusto per mettersi al lavoro… E’ risaputo che le idee migliori hanno bisogno di tempo per maturare, quindi perché non cominciare dalla scuola media inferiore?  Che aspettiamo?

La scuola italiana, questa disgraziata

Becca e bastonata, si potrebbe dire. La scuola italiana, al di là di singole realtà che ancora si reggono in piedi – in buona parte grazie a un cospicuo autofinanziamento – sta collassando. Quella che era considerata tra le migliori scuole a livello europeo (forse la migliore, ancora fino a 20 anni fa) è sprofondata in un abisso di cui, ancora e sfortunatamente, non si vede il fondo. Perché è vero che non c’è limite al peggio!

La scuola italiana ha fatto le spese di una serie di circostanze: prima fra tutti la situazione politica e una serie di governi che non ha privilegiato (forse perché i ragazzi dai 6 ai 18 anni non votano, quindi non sono interessanti!) la scuola e l’istruzione. Queste dovevano essere considerate il mattone fondamentale per la formazione e la crescita di una generazione che sia non solo culturalmente alla pari con l’Europa, ma anche politicamente sveglia e attiva.

Evidentemente ai governi degli ultimi 20 anni non interessava far crescere i nostri figli, ma ridurli in uno stato di torpore semiassiderato e autocompiacente, del tutto incapaci di assimilare e comprendere la situazione italiana e anche di capire le sfide che il mondo di domani porrà loro davanti. Continua a leggere

Figli e lo studio

Non si tratta solo di un problema economico, anche se questo esiste ed è non importante ma fondamentale. Tutti noi genitori ci siamo accorti di quanto la scuola sia diventata costosa per noi: fra contributi volontari, libri scolastici dalle medie inferiori in su (ma le medie inferiori non sono ancora scuola dell’obbligo? E un tempo, non erano gratuiti, i libri per la scuola dell’obbligo?

Se ci penso, mi sembra di tornare a un’epoca di cui si favoleggia, tipo: “c’era una volta, mill’anni fa, una bellissima e grande città….”), e poi contributo per gite, per acquisto materiale di consumo (carta igienica e carta per fotocopie, ragazzi, ma vi sembra possibile??????)… non si finisce più.

E noi tutti (io per primo, ma penso che la cosa sia generalizzata) che si arriva in fondo al mese pagando a più non posso, e rinunciando ad andare al cinema (a teatro, figurarsi… non se ne parla nemmeno più!) per comprare ai nostri figli quello di cui hanno bisogno, e che secondo me sono necessità primarie: il CIBO, che sia per il corpo o per la mente. Secondo me, importanti allo stesso modo!

Ma comunque, come ho detto, non è solo un problema economico. E’ anche un problema che riguarda la VOGLIA, che hanno i nostri figli, di studiare e di imparare cose nuove. Che non siano solo per un lavoro futuro, ma anche e soprattutto per “conoscere”. La parola l’ho messa tra virgolette perché mi sembra che il significato si sia ormai traslato ad altri campi semantici. Tra i giovani e giovanissimi, ora, si parla di conoscere solo in termini di Facebook e di altri social network più o meno famosi. “lo conosci quel giochino? Io l’ho scaricato… un mio amico me l’ha mandato su fb…”. Oppure, “La conosci te quella tipa? Ho visto tizio che ce l’ha tra gli amici, ora chiedo l’amicizia anche io…” Boh.

Sarà che, per me, conoscere voleva dire altre cose (a parte il significato biblico, naturalmente, che ormai non entra più nelle cinque maggiori accezioni del termine). Conosco l’inglese, conosco la pittura di Caravaggio, conosco i libri di Stephen King, conosco la ricetta della vera pasta all’amatriciana. Conosco i segreti più reconditi del fare il tiramisù! Conoscevo quella ragazzina con le lentiggini che una volta al mare mi ha dato un bacio…

Ma sanno ancora fare qualcosa, ‘sti figli? Si interessano ancora a qualcosa che non siano le app, o gli iphone o i tablet o… UFFA, ragazzi miei! Non so come la pensate voi, io da parte mia la prossima settimana vado al museo e me li porto dietro tutti e due, anche legati come salami se è il caso!

Studiare in un’altra lingua: la sfida

Eccoci approdati al momento delle sfide! Magicamente ci troviamo in una nazione nuova, ambiente nuovo, non conosciamo strade o quartieri, insomma siamo in altro capitolo della nostra vita! Ora, punto principale per vivere, come facciamo a comunicare? Bene, si tratta di una delle sfide più scoraggianti e divertenti che farete!
Ben presto, scoprirete che avete delle abili qualità da mimo, sempre così.

Quando non sai, mimi, e allora li cominciano le avventure. Molti studenti che incontrerai saranno italiani, altri di lingue simili all’italiano come lo spagnolo o il francese, o meno ma ancora ancora il portoghese, o il rumeno. A parte poche similitudini nella lingua parlata, riscontrate con le nazione suggerite qui sopra, ma il resto davvero dipende dalle tue capacità di comprensione!

Esistono scuole, o corsi integrativi, proposti dall’università per aiutarti a familiarizzare con i termini principali. Ovviamente puoi anche studiare in italiano, se la struttura lo permette. In ogni caso, per la socializzazione con gli altro, devi sapere parlare la lingua del posto. L’università ti aiuterà con proposte di studio, e se frequenterai quel tipo di lezione, conoscerai studenti provenienti da tutte le parte del mondo, che parlano una lingua diversa dalla tua e quindi servirà necessariamente una lingua comune.

Le lingue più difficili?

Se studi in Germania, Olanda, Belgio, Inghilterra o nei paesi scandinavi, la conoscenza del l’inglese fa parte della. Ultra generale, per cui potrai parlare in inglese con tutti, perché tutti lo conoscono bene. Discorso diverso per la Spagna, la Francia o il Portogallo, questi paesi, sono davvero come l’Italia, cioè in Spagna si parla spagnolo o catalano, dipende, in Portogallo e in Francia i rispettivi idiomi, quindi l’inglese in questo caso non sarà così necessario se cerchi di imparare le lingue di questi posti.

Generalmente, se studio nella lingua della nazione, la tua conoscenza della lingua dovrebbe già essere piuttosto valida, oppure potresti affidarti anche ai corsi pre universitari, che promuovono lo sviluppo della conoscenza di lingua e tradizione per studenti stranieri.

Troverai questo tipo di facilitazione in quasi tutti gli istituti accademici europei, si tratta molto spesso di programmi mirati a migliorare il benvenuto per studenti stranieri ed aiutarli a familiarizzare con il nuovo ambiente. Una volta che comincerai a vivere dove hai scelto, l’apprendimento della lingua verrà automaticamente e molto più facilmente di quello che ti puoi immaginare! Quindi non avere paura e chiedi aiuto tutte le volte che ne avrai bisogno!